Portabilità dei mutui

Portabilità dei mutuiRendere rapido e poco costoso il trasferimento di un finanziamento da una banca all’altra. Una questione semplice ma ancora controversa. Nonostante una legge lo consenta e gli interessati siano favorevoli.
Il tema della portabilità dei mutui è ormai su tutte le pagine dei giornali ed è diventato tema di dibattiti. Qualcosa comincia a muoversi. I protagonisti di questa telenovela all’italiana sono le associazioni dei consumatori, i notai e l’Abi, l’Associazione delle banche. Lo scopo di questi dibattiti è quello di migliorare le condizioni di trasferimento di un mutuo da una banca all’altra, rendendo questa operazione più veloce e meno onerosa dal punto di vista economico.
In particolare i notai stanno studiando una serie di agevolazioni relative agli atti di surrogazione. Sostanzialmente due. Il trasferimento da una banca all’altra e il cambiamento delle condizioni economiche, quindi tassi migliori.
Anche se siamo ancora a livello di voci, si comincia a parlare di attestare a 500 euro le spese notarili. L’autorità Antitrust ha chiesto di esplorare la possibilità che non valgano solo gli atti fatti dai notai, ma che si possa ricorrere anche ad altre figure professionali. Su questo aspetto, però non tutti sono d’accordo. Infatti va detto che la conservatoria dei registri immobiliari ha con i notai un canale privilegiato e sicuro. Questi infatti garantiscono il trasferimento delle ipoteche. Quindi difficile farne a meno.
Le associazioni dei consumatori chiedono, inoltre, che tutti i costi relativi al trasferimento dei mutui vengano assorbiti dalla banca entrante, senza tenere conto però, come sottolinea Eugenio Vacchini della società di consulenza Progetica, che questo onere verrebbe ovviamente suddiviso su tutti gli altri clienti della banca stessa.
Il dibattito, come si vede, ferve, alimentato dall’Abi, in prima linea per sollecitare gli istituti bancari ad accettare la portabilità. Questi, infatti, potrebbero anche rifiutarsi. In base a quanto previsto dal secondo decreto sulle liberalizzazioni, il cosiddetto pacchetto Bersani, poi convertito in legge dello Stato il 2 aprile scorso (legge n°40/2007) – dal 2 febbraio, il cliente di un istituto finanziario, di una banca o di un ente previdenziale può chiedere di ‘trasferire’ il vecchio mutuo a un’altra banca, anche mediante scrittura privata, senza l’obbligo di cancellare la vecchia ipoteca (che fa da garanzia al nuovo finanziamento) e senza perdere i benefici fiscali previsti per la prima casa.
Ma secondo quanto emerge dall’inchiesta che Osservatorio Finanziario ha condotto sulle principali banche che operano in Italia, ad oggi, neppure una sola surrogazione è stata completata. Infatti, anche se il legislatore si è mosso, si tratta di una mera dichiarazione d’intenti perché la legge non entra nel merito della questione, lasciando liberi i vari istituti di muoversi a loro piacimento. Il trasferimento, finora, è stato così oneroso da scoraggiare anche i più decisi ad attuarlo. Cosa aspettarsi dunque nei prossimi mesi? Il passo successivo, dichiara Vacchini, è che le banche aderiscano a questo accordo e lo facciano diventare prassi corrente.

E ora vediamo i costi a cui andrebbe incontro il consumatore. Per prima cosa, gli oneri notarili che non dovrebbero superare i 500 euro e poi le spese di estinzione anticipata del mutuo della banca cedente, ancora in vigore solo per i mutui accesi prima del decreto legge n.7 del 31 gennaio 2007. Spese che ammontavano a un massimo dell’1,9% dei capitali residui. I mutui accesi nei mesi successivi al decreto sopra citato sono stati alleggeriti da questi oneri.

Fonte: Attico Informa Gennaio-Febbraio 2008. Numero I, anno VIII.

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