Proteggere le pareti esterne della casa

La facciata esterna di una bellissima villa

Che la casa sia vecchia o di nuova costruzione, le pareti esterne devono essere periodicamente revisionate e ben protette da una pittura adatta. Per resistere bene ai raggi del sole e alle intemperie, una pittura per muri esterni deve avere caratteristiche ben precise. Se la casa è costruita in pietra o mattoni a vista che si vogliono proteggere senza alterarne il caratteristico aspetto, bisogna usare liquidi speciali, a base di siliconi, che rendono la parete perfettamente idrorepellente senza ostacolare la normale traspirazione. Questi prodotti varino diluiti con acqua seguendo le indicazioni riportate sulla confezione, e si applicano a pennello (eventualmente anche a spruzzo) in quantità abbondante in modo da coprire ogni parte, senza tralasciare la più piccola zona: non sono più possibili ritocchi quando il liquido si è indurito. Una volta essiccato, sulla superficie trattata si forma una pellicola protettiva sulla quale l’acqua scivola via. Il muro rimane così perfettamente asciutto e le impurità che si posano sulla parete vengono portate via dalla pioggia senza accumularsi e creare macchie. Per una finitura coprente, si possono usare diversi prodotti come idropittura a base acrilica, specifica per muri esterni o pittura alla pliolite (si tratta di una resina pregiata ricavata dalla produzione della gomma sintetica). Quest’ultimo è un prodotto a solvente, quindi non semplice da applicare: la resa, tuttavia, è veramente ottima. Per le sue indubbie qualità protettive è usato anche in località marine dove gli altri prodotti si sfogliano o si screpolano. Le migliori pitture di questo tipo possiedono requisiti indispensabili per l’applicazione in esterno: resistenza assoluta agli agenti atmosferici e alle sostanze corrosive presenti nell’aria (smog); resistenza agli alcali contenuti nel cemento e nella calce idraulica; repellenza all’acqua e traspirabilità al vapore acqueo; autolavabilità (cioè non trattengono la polvere e lo sporco). L’applicazione della pittura a solvente si fa, normalmente, in due mani, o anche in tre se è richiesta una resistenza eccezionale diminuendo a ogni mano la quantità del diluente.

Accorgimenti

  1. È assolutamente sconsigliabile dipingere da sè case più alte di un piano. Per eseguire lavori di questo tipo sono necessari opportuni ponteggi.
  2. Per dipingere a un’altezza di 4-5 metri è indispensabile una scala da appoggiare al muro, o meglio, due scale a squadra su cui appoggiare un’asse robusta cheserve da impalcatura.
  3. Controllare sempre la stabilità della scala.
  4. Le stagioni migliori per dipingere pareti esterne sono quelle a clima mite: non è consigliabile comunque dipingere con temperatura inferiore ai 5 gradi, quando c’è vento, su superfici bagnate dalla pioggia o dalla nebbia, oppure esposte direttamente ai raggi del sole.
  5. Nelle giornate di gran sole si dpingono nella mattinata le pareti esposte a nord e a ovest, quelle a est nel pomeriggio e quelle a sud verso sera.
  6. Prima di iniziare il lavoro è necessario proteggere i serramenti, i davanzali, eventuali lampade esterne e ogni altro infisso con fogli di plastica.
  7. Quando non è possibile creare questa protezione si evitano le sbavature usando come schermo una striscia di cartone pesante.
  8. Se durante il lavoro occorre appoggiare la scala su una parete già dipinta, è bene avvolgere l’estremità superiore con panni puliti.

Preparare il fondo. La prima operazione da compiere sulla superficie da dipingere, è un’energica spazzolatura che va eseguita prima con la spazzola metallica in modo da portar via eventuali incrostazioni e parti in distacco, e poi con lo scopino per eliminare tutta la polvere. La pulizia del fondo va fatta in ogni caso, sia che si tratti di intonaco nuovo o già tinteggiato, di calcestruzzo a vista o di elementi in cementoamianto (eternit o simili). In particolare, se la parete è dipinta a calce, questa va raschiata a fondo fino a mettere in vista il supporto. Per pareti molto sporche è necessario anche un minuzioso lavaggio con acqua e soda (50 grammi di soda in un litro d’acqua) seguito da un abbondante risciacquatura. Se c’è qualche zona segnata da macchie di grasso, nafta o catrame, va prima ripulita con gli appositi solventi (benzina, petrolio e simili). Se l’intonaco è molto difettato, con buchi e fessure, macchie di umido o di muffa, effiorescenze saline, prima di dipingere è necessario rimediare a questi pericolosi inconvenienti (il modo è specificato nel paragrafo seguente). Per le riparazioni all’esterno non va mai impiegato gesso poichè è un materiale molto sensibile all’umidità. Per piccole scalfiture si può semplicemente usare lo speciale stucco sintetico per esterni. Da ultimo conviene sempre applicare una mano di fondo con pittura isolante.

Togliere le macchie di muffa e/o umidità. Prima di tutto bisogna rendersi conto di quali sono le cause. Se sono il residuo dell’umidità dovuta a recente costruzione, i fenomeni si possono considerare temporanei e destinati a scomparire in breve tempo (le efflorescenze sono spesso solo residui di umidità già esaurita): basta un’energica spazzolatura con la spazzola metallica. Alla muffa si rimedia ripulendo prima accuratamente la zona interessata e poi trattandola con una soluzione sterilizzante di facile preparazione. Si mescola un quarto di litro di candeggina con tre quarti di litro di acqua tiepida, quindi si aggiunge un cucchiaio di fosfato trisodico o di borace (si acquista in drogheria) e un cucchiaio di comune detersivo. Con questa soluzione, aiutandosi con una spazzola morbida, si asporta la muffa e poi si sciacqua con acqua fresca e pulita. Attenzione agli occhi mentre si sta facendo questo lavoro: sarebbe bene proteggerli con occhiali e indossare guanti di gomma per riparare anche le mani. Quando il muro rimane umido perchè assorbe acqua per capillarità, prima di ricorrere a provvedimenti radicali, come il taglio della muratura, si può intervenire con appositi prodotti e cioè: la soluzione neutralizzante, l’intonaco risanante, la pittura risanante.

La soluzione neutralizzante è un liquido che, penetrando nel muro, fa staccare le effiorescenze saline. Va applicata a pennello, in quantità abbondante, dopo aver asportato con la spazzola metallica tutte le incrostazioni e le parti di intonaco che si sfaldano. Dopo un giorno la soluzione è asciutta e il muro pronto per i successivi interventi. L’intonaco risanante serve a pareggiare le parti scrostate dall’umidità. È venduto in polvere e va impastato con acqua subito prima di essere utilizzato: la consistenza deve essere quella giusta che permette l’applicazione con la spatola. Prima di eseguire il rappezzo bisogna bagnare bene il muro che va mantenuto umido per le ventiquattro ore successive perchè non si screpoli. L’indurimento richiede un tempo variabile, secondo la stagione in cui si sta lavorando. Meglio comunque lasciar passare qualche giorno, poi si liscia la stuccatura con una carta vetrata media. La pittura risanante è un prodotto che regola la traspirazione del muro impedendo che l’umidità si accumuli. Si stende sia a pennello sia a rullo, in strato abbondante e dopo aver rimosso eventuali vecchie pitture, coprendo una zona almeno un metro più larga di quella interessata dall’umidità. La prima mano va data sul muro ben impregnato d’acqua, le successive a distanza di circa otto ore una dall’altra (in tutto, vanno utilizzati almeno 750 grammi di pittura per metro quadrato). La pittura, che è di colore biancastro, può essere coperta con qualsiasi altra pittura di finitura.

Fori e fessure. Vanno ben ripuliti con il raschietto, spolverati con il pennello, bagnati con acqua pulita e poi riempiti con malta cementizia. La superficie va ben lisciata con la cazzuola.

Applicazione della pittura da esterno. Si procede sempre dall’alto verso il basso, iniziando dai cornicioni o da altre parti sporgenti. Se la parete da dipingere è piuttosto estesa, perchè non si notino le inevitabili interruzioni del lavoro, è opportuno che queste avvengano in corrispondenza di finestre, porte, fasce decorative o spigoli. La tecnica di applicazione è la stessa già descritta per tinteggiare le pareti interne. All’esterno, la tinteggiatura ha però anche una funzione protettiva; lo spessore quindi non deve essere troppo esiguo.

Rivestimenti plastici. Contengono una certa quantità di polvere minerale (caolino, farina o granuli di quarzo) che li rende coprenti e riempitivi. Secondo il tipo e la grandezza (granulometria) dei minerali contenuti si ottengono rivestimenti di varia consistenza e possono essere applicati con gli attrezzi impiegati per le altre pitture oppure richiedere l’uso di strumenti adatti. La finitura può essere a buccia d’arancia più o meno fine, spatolata, graffiata, secondo il modo di applicazione. Duri, traspiranti, resistentissimi agli agenti atmosferici, questi rivestimenti, applicati esternamente, garantiscono comunque una lunga durata.
I plastici possono essere ad acqua o a solvente: quelli ad acqua e a granulometria fine sono i più semplici da usare. Per stendere questo tipo di rivestimento si usa uno speciale rullo alveolato in spugna sintetica. Il modo di impiego è il seguente. Aperto il contenitore e il sacco di plastica che si trova all’interno, senza rimescolare la pittura, si immerge parzialmente il rullo rigirandolo più volte su se stesso in modo che la pittura penetri negli alveoli. Il rullo va passato sulla parete, senza premere, con un movimento dall’alto verso il basso per una lunghezza di circa mezzo metro e risalendo poi un po’ più in alto da dove si è partiti. Una volta svuotato il rullo si ripete l’operazione. Dopo aver ricoperto una certa porzione di parete si dà qualche passata orizzontale (senza ricaricare il rullo) poi si rifinisce con l’attrezzo adatto a ottenere il rivestimento desiderato. Mentre questo è ancora fresco si ripetono di nuovo le precedenti operazioni fino a ultimare la parete, curando bene i raccordi del disegno a rilievo. Nei punti in cui non si riesce ad arrivare con il rullo si usa la spatola, raccordando il disegno con le dita. La finitura rullata è la più semplice e veloce: si ottiene passando il rullo, asciutto, in verticale oppure in senso orizzontale (sempre in un solo senso): sui muri esterni è però preferibile il rullato verticale che non favorisce la presa dello sporco. Per la finitura spatolata si usa la spatola triangolare di plastica sul rullato per circa 40 centimetri nel verso dell’applicazione a rullo, bagnando ogni volta la spatola nell’acqua.
Oltre a questi esistono altri tipi di finitura: si può tamponare il prodotto con una spugna di plastica, dopo l’applicazione a rullo, e creare a spatola o con altri mezzi (anche con le mani) il disegno che si preferisce.

Accorgimenti

  1. Dovendo scegliere la finitura, conviene fare prima una prova su una piccola superficie: se il risultato non soddisfa, si può recuperare il prodotto.
  2. Questo tipo di materiale essicca rapidamente: se si lavora quindi con temperature molto elevate, o in ambienti asciutti o ventilali, è necessario procedere con una certa velocità.
  3. A lavoro ultimato richiudere con cura il sacco di plastica.
  4. Per pulire attrezzi e mani si usa semplicemente dell’acqua.

8 pensieri riguardo “Proteggere le pareti esterne della casa

  • 21 Febbraio 2010 in 19:18
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    Abito da circa 2 anni in una casa che ho ristrutturato completamente che ha un giardino di circa 400mq. che la circonda tutta e non so se questo influisce,il primo inverno non è successo nulla ma dopo l’estate è cominciato l’incubo.Non c’è un pezzo della casa che non sia pieno di muffa, i vestiti presi dagli armadi sono umidi e lo stesso con le altre cose sempre chiuse nei cassetti,ora tenendo presente che abbiamo messo nelle camere dei ragazzi per cercare di proteggere almeno loro, il polistirolo ed il rivestimento di legno senza grandi risultati perchè negli spazi vicini si è formata di nuovo anche peggio vorrei avere dei consigli tenendo presente che purtroppo la casa non la posso lasciare e soldi ne ho veramente pochi, vi prego ditemi come posso fare per eliminare il problema per sempre senza spendere cifre astronomiche. Grazie mille!

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  • 12 Luglio 2010 in 15:42
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    Buon giorno, ho acquistato un’abitazione su tre piani, costruita nel 2002. Le pareti esterne ( spessore circa 35 cm. ) sono composte da due strati di foratoni con in mezzo un foglio di poliuretano verde molto denso da 4,5 cm. Ciò nonostante a mezza altezza sono comparse delle macchie scure sparse. Qualcuno mi dice che si tratta di umidità e che dovrei far applicare il ” cappotto “.
    Cosa dovrei fare ?
    Grazie e distinti saluti
    Manlio Casale

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  • 26 Luglio 2010 in 11:58
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    Bungiorno,dovrei tinteggiare esternamente una casetta con due piani,ristrutturata, con segnapiani e archi alle finestre.I serramenti sono bianchi,e desedererei sapare di che colore dipingerla.
    Grazie

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  • 21 Aprile 2011 in 08:30
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    Ho una casa che ha 31 anni all’epoca avevamo fatto la rifinitura con marmorino bianco ora è necessario dare la pittura volevo un consiglio sull’utilizzo di pitture al quarzo o ai silossanici o ai silicati. Considerato che sono circa 400 mq. quanto mi costerà il lavoro. Grazie attendo risposta

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    • 21 Aprile 2011 in 10:40
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      gentile Elena non possiamo rilasciare preventivi di nessun genere. saluti

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  • 20 Gennaio 2014 in 15:32
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    Ti ringrazio mi piace il tuo sito, si legge bene!lo trovo interessante, bye

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  • 9 Febbraio 2014 in 20:36
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    Buongiorno

    Vorrei gentilmente un consiglio sui muri esterni su una casa in costruzione che ha un lato a nord che ha anche un grande terrazzo, vorrei sapere che tipo di pittura devo usare per evitare che si formi la muffa e poi essendo a nord mi arriva molta pioggia, per evitare che si veda il meno possibile il bagnato sul muro, è meglio mettere una pittura chiara o scura?.

    Grazie

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  • 22 Ottobre 2015 in 15:11
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    La sabbiatura è un tipo di trattamento che può essere eseguito con successo anche in edilizia, su opere murarie. In particolare, in questo settore, si fa spesso ricorso alla microsabbiatura che consente di ottenere ottimi risultati preservando il materiale sottostante.

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