Edilizia, in Friuli vige la legge del costruire col silenzio assenso

Come sfruttare la capienza abitativa senza erodere il territorio. Ecco il testo unico. I Comuni hanno 60 giorni per rispondere, la mancata risposta equivale a un via libera.
La casa è mia e la gestisco io. Suona più o meno così la filosofia che ha ispirato il Piano Casa nazionale, oggi abbracciato anche dal nuovo Codice Regionale dell’Edilizia, e che entrerà in vigore tra novembre e dicembre. Conseguenze? Speriamo contenute, visto che oltre a snellire la burocrazia e incoraggiare i privati a investire sul mattone, cosa che, notoriamente i friulani amano fare, la legge prevede la possibilità di ampliare la propria abitazione, arredare il giardino, creare uno spazio coltivato o altri interventi di modifica, senza autorizzazione del Comune.

Insomma, una specie di edilizia libera che, auspichiamo, non diventi selvaggia. «Il codice – spiega l’assessore regionale alle Autonomie Locali e Pianificazione territoriale, Federica Seganti – è stato pensato per concedere una serie di libertà al cittadino nella gestione della sua proprietà privata. Ci sono dunque tutta una serie di attività libere senza incorrere in un abuso edilizio se si omettono le richieste di autorizzazione che erano finora previste».

Nel nuovo codice, infatti, si sostituisce l’attuale normativa (il Dpr 380) introducendo per la prima volta il silenzio-assenso per le procedure edificatorie; in parole povere, i Comuni hanno 60 giorni per dire la loro e la mancata risposta, equivale a parere positivo. Quanto invece alle possibilità offerte dal Piano Casa recepite a livello regionale, previo rilascio del permesso di costruire da parte del Comune, i cittadini avranno 5 anni di tempo dall’entrata in vigore della legge per iniziare i lavori previsti dal Piano.

«Non si tratta di ingerenza per limitare l’autonomia dei Comuni – tranquillizza le istituzioni il presidente della IV Commissione consiliare, Alessandro Colautti – essi, infatti, mantengono grande potestà regolamentare». Ma quante sono, in regione, le famiglie proprietarie di abitazioni? Se ne stimano circa 400 mila, una cifra considerevole per una popolazione totale di poco più di un milione di abitanti. Ma a tutti loro, puntualizza la Seganti, sarà garantita chiarezza: «Con l’utilizzo del ‘glossario’ dell’edilizia, infatti, si introdurranno criteri di trasparenza e uniformità di trattamento da parte delle amministrazioni su tutto il territorio regionale».

Fonte: Quotidiano Il Friuli del 10 Novembre 2009

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