Come realizzare un giardino sul balcone
Subito dopo le feste di fine anno, nonostante ci si trovi nel pieno della stagione fredda si inizia a pensare alla primavera e a desiderare il ritorno del bel tempo, con la voglia di creare uno spazio verde anche piccolo, magari sfruttando quelle zone della casa che spesso vengono trascurate. Balconi, balconcini, terrazzi possono essere un’occasione per la coltivazione e il giardinaggio. Basta una tettoia o un davanzale ben esposto al sole, o un muro caldo, per far si che le piante possano crescere e moltiplicarsi. In molti si chiedono: Come realizzare un giardino sul balcone?
Le piante migliori per il balcone
La scelta è assai ampia. Oltre che del gusto personale, bisogna tenere conto dei fattori climatici dell’esposizione e dello spazio a disposizione. Se lo spazio è ridotto è meglio limitare il numero delle punte, per favorirne la cura e dare il giusto rilievo alle caratteristiche ornamentali di ogni specie. Il sovraffollamento, sconsigliabile anche dal punto di vista estetica può favorire il diffondersi di malattie e parassiti. Con poca spesa si possono acquistare piantine già pronte in fiore, che rendono più semplice fare accostamenti e composizioni.
In questo periodo per decorare i terrazzi sono ideali le bulbose a fioritura primaverile: giacinti e tulipani iris, anemoni, narcisi (che devono essere messi a dimora in inverno), primule, viole del pensiero pratolina myosotis, silene. Per l’estate la parte del leone la fanno i gerani le rose, le petunie, la salvia splenderne la portulaca (a pieno sole) e la begonia semperflorens a cui piace la mezz’ombra. Tutte garantiscono una lunga fioritura. Come sfondo verde alle fioriture stagionali utilizzando vasi capienti si possono piantare anche piccoli arbusti, come il Viburnum Tinus (lentaggine), il pitosforo nana le erbe e l’abelia sono punte molto robuste che amano sia il pieno sole che la mezz’ombra, che fioriscono dalla primavera all’estate.
I vasi giusti
Oggi se ne trovano di ogni forma, colore, materiale e prezzo, per soddisfare ogni esigenza estetica, di spazio e di budget Ma valutiamo i pro e i contro dei materiali più comune la terracotta e la plastica. I vasi in terracotta sono più costosi, specie quelli lavorati a mana e hanno un grosso impatto decorativo ed estetico.
La terracotta è inoltre molto pesante, dà stabilità alla pianta ma ne rende più faticoso lo spostamento. Soggetta a fenditure e rotture, è difficile da pulire e la sua porosità, se da un lato evita il ristagno, dall’altro fa si che il terriccio si secchi più facilmente.
I contenitori in plastica sono economici ad eccezione di quelli in resina, più cari della stessa terracotta. Sono facili e leggeri da spostare, si puliscono facilmente e resistono alle gelate mentre quelle di terracotta tendono a spaccarsi. Trattengono meglio l’umidità ma impongono di dosare bene le irrigazioni per evitare di affogare la pianta. Pur molto migliorati rispetto al passato, non sono esteticamente paragonabili alla terracotta.
Al di là della scelta del materiale esistono però alcune regole da rispettare per la salute delle piante: il vaso non deve essere troppo piccolo, le radici non troverebbero nutrimento a sufficienza. Ma nemmeno troppo grande, perché l’apparato radicale della pianta crescerebbe più della parte visibile.
Regola aurea: il diametro del recipiente deve essere circa un terzo dell’altezza della pianta. L’altezza del vaso dipende invece dalle esigenze di ciascuna specie: alcune si accontentano di poca terra (ad esempio le grasse), altre invece hanno bisogno di più spazio. Indispensabile il foro per il drenaggio, cioè lo smaltimento dell’acqua in eccesso.
Il terriccio
La qualità del terriccio che contiene il nutrimento necessario per lo sviluppo delle punte è di fondamentale importanza. In commercio si trovano miscele differenziate studiate per i vari tipi di pianta. Scegliendo bene il terriccio basterà poi concimare al momento opportuno e aggiungerne altro di tanto in tanto quando è necessario. I terricci provengono perlopiù dalla decomposizione di sostanze organiche come foglie, fiori, radici, escrementi di animali ecc…
II terriccio di bosco, ad esempio, è assai ricco di sostanza organica e molto fertile: come la torba, può venire mescolato ad altri terricci, ottenendo composti ottimi per la coltivazione delle piante in vaso. In alternativa si può utilizzare il terriccio universale, adatto a tutte le piante, ma conviene evitare quelli troppo economici.
Rinvasa bene
Se si riutilizzano i vasi dell’anno precedente bisogna ripulirli bene sia fuori che dentro, lavandoli con acqua o con una soluzione di carbonato sodica Sui fori del drenaggio sul fondo vanno posti cocci concavi di terracotta e un po’ di ghiaia, oppure argilla espansa. Quindi si aggiunge un po’ di terriccio e si sistema la radice della pianta senza rimuovere la zolla di terra che la circonda, ricoprendo di terriccio fino a due centimetri circa dall’orlo del vaso. Una manciatina di ghiaia sparsa sul terriccio e vita lo sviluppo di eventuali piante infestanti. Come ultima operazione si deve annaffiare: meglio poco che troppo, ma con un po’ di esperienza si imparerà a capire quale sia la quantità d’acqua giusta per ogni pianta.
Fonte: esXti – esperti – Axel group